CoronaVirus, parliamo di mascherine

CoronaVirus, parliamo di mascherine

Ecco un oggetto semplice semplice, improvvisamente diventato importante, quasi indispensabile per alcuni (e anche, purtroppo, molto caro, oggetto di una vera e propria speculazione. Prima della pandemia le Regioni compravano le mascherine chirurgiche a 3 centesimi l’una, oggi ci vogliono almeno 1 o 2 euro e saliamo fino a 3 euro per noi comuni mortali. Forse qualcuno dovrebbe fissare un prezzo massimo…?).

Si, sono certamente utili, ma ormai sono diventate anche una specie di talismano che contribuisce ad aumentare il senso percepito di protezione. E ci sta, anche questo aiuta tutti noi a superare questo momento terribile.

Ma andiamo con ordine e vediamo intanto quali sono le mascherine in commercio.

Quanti tipi di mascherine esistono?

Sono tre, due per uso professionale e una per uso in comunità.

Le classiche mascherine chirurgiche sono dei dispositivi medici che proteggono dal droplet, cioè dalle goccioline che hanno una dimensione da 50 micron in su (per capirci, ci vogliono 1000 micron per fare un millimetro).

Le mascherine chirurgiche, dal nome, nascono per non far infettare il paziente operato dal chirurgo che lo opera.

Oggi, in un decreto, le mascherine chirurgiche sono state indicate anche come dispositivi di protezione.

Secondo Paolo D’Ancona dell’Istituto superiore di sanità, le chirurgiche “fungono da barriera e filtrano sia in entrata che in uscita. Non proteggono invece quando abbiamo a che fare con goccioline molto piccole cioè aerosol (5 o 10 micron)”.

Quali sono i modelli utili per le particelle più piccole?
Quando si ha a che fare con gocce di 5 o 10 micron, che si sprigionano ad esempio durante alcune procedure mediche, entrano in gioco i filtri facciali.

Questo significa la sigla “ff” (filtro facciale), mentre “p” sta per protezione ed ecco le ormai famigerate ffp2 o ffp3.

In caso di aerosol, le prime proteggono almeno dal 92% delle particelle e le seconde, che aderiscono meglio proteggono almeno al 98%. Possono essere con o senza filtro. Se hanno il filtro l’operatore respira meglio grazie a una valvola. In quel caso, però, il filtro funziona solo in ingresso ma non in uscita quindi se chi le indossa è malato c’è un rischio che possa contagiare qualcuno.

Sono e rimangono prevalentemente presidi per proteggere chi li indossa.

 

Quando è utile usare la mascherina? 

Per Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità “nei luoghi chiusi, dove può essere difficile mantenere le distanze sicuramente la mascherina aiuta.

Resta comunque la fortissima raccomandazione al distanziamento fisico e al lavaggio delle mani.

Per quanto riguarda la protezione delle vie aeree c’è una duplice valenza delle mascherine, sia quando siamo portatori di una patologia e potremmo diffondere intorno a noi le famose goccioline, (come potrebbe accadere alle persone positive che non sanno di esserlo), sia quando bisogna proteggersi da altre persone che possono veicolare la malattia.

In questo senso nei luoghi confinati la mascherina aiuta a tutelarsi dal contagio”.

Quando non serve usare la mascherina? 
“Se si sta all’aria aperta e si mantiene una distanza sufficiente dalle altre persone non c’è bisogno di indossarla continuamente”, spiega Massimo Andreoni, ordinario di Malattie infettive a Tor Vergata.

 

Sciarpe, foulard e altri indumenti proteggono dal virus?

Secondo Paolo D’Ancona “sono come le mascherine non chirurgiche non certificate, usate ad esempio per l’inquinamento, che non hanno certificazione come dispositivo medico.

Qualunque tessuto, qualunque forma di schermo che frappongo tra bocca ed esterno è chiaramente meglio di niente. E poi non sappiamo quanto è fitto quel tessuto, cosa filtra realmente o quanti giri si fanno fare alla sciarpa intorno al collo. In quel caso, in comunità può esserci una protezione ma non si può dire di che tipo”.

Andreoni aggiunge: “La mascherina ha una funzione meccanica e tutto ciò che riesce a svolgere è una attività di filtro, magari un tessuto a trama molto, fine può fare comunque da barriera. Ovviamente la mascherina per come è fatta garantisce buona respirazione e grande filtraggio, cose che insieme i tessuti non assicurano sempre”.

 

Come utilizzare le mascherine chirurgiche? 

In tanti le mettono molto male, non coprono il naso o il mento, non la fanno aderire al viso perché non la stringono abbastanza, oppure toccano la parte esterna, dove può annidarsi il virus (manovriamo le mascherine chirurgiche sempre prendendole dagli elastici).

Bisogna poi ricordare che questi strumenti perdono il potere filtrante a causa dell’umidità prodotta dal respiro o dello sporco e quindi vanno usati solo per poche ore. Se si utilizzano per poco tempo, magari per fare la spesa, possono essere riposte, ma è importante ripiegarle sempre in due mettendo all’interno la parte esterna, per non rischiare contaminazioni”.

Ci auguriamo che questo articolo ti sia stato utile. Siamo qui per ogni domanda e andiamo avanti, rispettando le indicazioni di starcene buoni a casa e aspettando di ritornare, con le dovute precauzioni e con il tempo necessario, alle nostre solite vite.

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